venerdì 21 marzo 2014


Mal d'Africa.

Immaginate un luogo in cui il cielo non vi sovrasta, vi attraversa; l’aria non si respira, si assapora, il tempo scorre, non corre ed il sistema nervoso si sistema, non s’innervosisce.
Un luogo dove la gente non t’incrocia, ti saluta, dove tutto è vero, anche le cose spiacevoli, perché tutto è vita. 
Il mal d’Africa è uno stato dell’anima, prima ancora che uno stato mentale.
E’ qualcosa che pulsa nello stomaco ed esiste a prescindere dalla cattiva digestione del vecchio, pesante continente o di una giovane, fresca noce di cocco.
Mal d’Africa è imparare a perdere tempo scrutando una lucertola dalla testa arancione fare le flessioni.
Mal d’Africa è disegnare con gli occhi il contorno di un baobab che si staglia sullo sfondo del cielo basso e turchese. Mal d’Africa è osservare un meccanico che non sa da dove cominciare a riparare il motore della vostra auto.
Mal d’Africa è emozionarsi davanti a un tramonto breve sapendo che il giorno dopo, comunque andrà, ce ne sarà uno apparentemente identico ma dalle sfumature inedite.
Imparare che non è vero che se non si desidera tutto non si otterrà nulla, che accontentarsi non è sempre una sconfitta e che vivere alla giornata è un buon metodo per aggiornare l’esistenza.
Capire la propria diversità e accettare quella degli altri, in un luogo dove nemmeno quel visionario di Gesù avrebbe potuto affermare che gli uomini sono tutti uguali.
Mal d’Africa è vivere in sintonia con le fasi lunari, con i fusi locali, in serenità con il ciclo vitale e in equilibrio su un ciclo cinese.
Mal d’Africa è capire di non essere capiti e farsene una ragione, è annoiare la noia, impigrire la pigrizia, rincoglionire l’intelligenza e assog-gettarla ai propri ritmi, imprigionare il pensiero e liberarlo con una cauzione eterna che sarà il cuore a pagare, in comode rate stagionali.
Mal d’Africa è un silenzio pagano, un ruggito religioso, uno stato d’arimo.
Il Mal d’Africa, se è quello vero, è un bene incurabile.

· Freddie del Curatolo ·









Lettera a un bambino mai nato.
Perché avrei dovuto, mi chiedi, perché avresti dovuto?
Ma perché la vita esiste, bambino!
Mi passa il freddo a dire che la vita esiste, mi passa il sonno, mi sento io la vita.
Guarda s'accende una luce. Si odono voci.
Qualcuno corre, grida, si dispera.
Ma altrove nascono mille, centomila bambini, e mamme di futuri bambini:
la vita non ha bisogno né di te né di me.
Tu sei morto. Forse muoio anch'io.
Ma non conta. Perché la vita non muore.
Oriana Fallaci: Lettera a un bambino mai nato.


Poesia: 21 Marzo Giornata Mondiale della Poesia.
Travel Notes celebra coloro che vivono la poesia come una delle più alte espressioni della lingua e della cultura Mondiale. La poesia è un canto di libertà, per affermare la propria identità attraverso la creazione, l'istinto e l'attimo psicologico dell'individuo. La poesia è la canzone dei nostri sentimenti più profondi, “anche involontariamente, è poesia ogni parola che esce dalla emozione“. Ha detto il poeta e diplomatico brasiliano Joao Cabral de Melo Neto
Con le parole e con il suo ritmo, la poesia dà forma ai nostri sogni di pace, giustizia e dignità. Tutti i popoli nella storia hanno sviluppato e praticato una forma di poesia, verbalmente hanno trasmesso le loro conoscenze, i miti i sentimenti e i racconti – l’Iliade e l’Odissea in Grecia, la Bibbia ebraica, i Veda, il Ramayana in India, e molti altri testi filosofici e religiosi come per esempio alcuni esprimono i loro sentimenti, parlare della vita quotidiana, resistere alle prove o diversità dell'esistenza umana. Oggi le forme contemporanee della poesia, dalla Slam al graffiti, consentono ai giovani di impegnarsi e rinnovare la pratica aprendo la porta a un nuovo spazio di concezione creativa. Le forme evolvono, ma lo slancio poetico rimane intatto. Shakespeare ha descritto la poesia come “la musica che ogni uomo porta dentro di sé“. E secoli dopo, il jazzista Herbie Hancock , ambasciatore di buona volontà per l’Unesco, e nominato professore di poesia per l’anno 2014 alla Harvard University, leggerà il suo testo “Sapienza di Miles Davis” ricordando le affinità tra poesia, letteratura e musica. 
Come espressione profonda dello spirito umano, come arte universale, la poesia è uno strumento per il dialogo e la riconciliazione. Perché dà l’accesso all’espressione autentica di una lingua, la diffusione della poesia aiuta il dialogo tra le culture e alla comprensione reciproca. Lo vediamo nel fervore dei popoli che celebrano il patrimonio immateriale culturale, le lingue indigene e la diversità culturale, la poesia ha ricoperto ogni volta un ruolo importante. Questo è il motivo per cui Travel Notes desidera divulgare pensieri e parole, frammenti di vita e anima che rispecchiano i più grandi compositori d'arte poetica e artistica nel mondo, fonte di toccante spirito e bellezza contemplativa come idea di per la pace e serenità.
® Silvia Pluda.

"Mi piace il verbo sentire..
Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore.
Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, 
sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco.
Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente…"

· Alda Merini ·

Vuoto d'amore


«
 Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenare tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera »
Vuoto d'amore è un'antologia di poesie della scrittrice italiana Alda Merini pubblicata nel 1991 dall'editore Einaudi.



Buon appetito:
Le bandiere di tutto il Mondo rifatte con il piatto nazionale di ogni Paese. 




Ultimamente vanno di moda le raccolte di immagini e i progetti che descrivono una nazione attraverso il suo cibo. Di recente avevo pubblicato delle bellissime cartine di nazioni rifatte con i prodotti tipici, Un progetto molto simile è stato realizzato dall’agenzia pubblicitaria WHYBIN\TBWA per il Sydney International Food Festival: una serie di manifesti raffiguranti le bandiere di alcuni paesi ricostruite con i loro cibi tipici. Qui di seguito partirei con la bandiera Italiana e buon appetito… 


Anche su Travel Notes in Facebook:

ITALIA – basilico, pasta, pomodori © WHYBIN\TBWA

GIAPPONE – tonno e riso © WHYBIN\TBWA

UK – scone, crema e marmellata © WHYBIN\TBWA

USA – senape hot dog e ketchup © WHYBIN\TBWA

BRASILE – foglie di banano, lime, ananas e frutto della passione © WHYBIN\TBWA

VIETNAM – rambutan, litchi e “starfruit” © WHYBIN\TBWA

GRECIA – olive e feta  © WHYBIN\TBWA

FRANCIA – roquefort, brie e uva © WHYBIN\TBWA

TURCHIA – Turkish Delight © WHYBIN\TBWA

THAILANDIA – salsa dolce piccante, noce di cocco e granchio blu © WHYBIN\TBWA


Vivere in mezzo al bianco perenne.
L’ultimo cacciatore tra i ghiacci vive con 250 persone e 500 cani.

Dare un senso nuovo al concetto di “vita dura”. Prendete Uunartoq, settantenne che vive nel Nord della Groenlandia, in un paese in cui risiedono 250 esseri umani e 500 cani. I cani servono per trainare le slitte degli abitanti come Uunartoq, che fa il cacciatore. Almeno quando può, perché il clima gli permette di cacciare solo per pochi mesi: il resto dell’anno fa il pescatore, ma ogni cosa costa fatica. Uunartoq è legatissimo ai suoi luoghi e per questo soffre nel vedere che i giovani li abbandonano per andare in città e ambienti meno ostili.

La storia di Uunartoq e del suo paese è stata raccontata dal fotografo Ciril Jazbec e in questo post vi proponiamo una selezione di immagini.

di Marco Villa.
















Sculture di luce sui cieli di Singapore.

Una rete, luci colorate e un nome assolutamente cripitico: sono gli ingredienti di "1.26" l'installazione luminosa di Janet Echelman per iLight Marina Bay Festival, biennale dedicata all'arte della luce che si tiene ogni anno a Singapore. All'edizione di quest'anno, che terminerà il 30 marzo prossimo, partecipano oltre 100 creativi provenienti da tutto il mondo.

1.26 Singapore | i Light Marina Bay 2014 

Anche su Travel Notes in Facebook: