giovedì 29 ottobre 2015

La tigre e la neve.

Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.

"Non scrivete subito poesie d’amore che sono le più difficili, aspettate almeno un’ottantina di anni.
Scrivete su un altro argomento, che ne so… sul mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
Vestitele bene le poesie.
Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, da Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c’ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.

Innamoratevi.
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria.
Siate tristi e taciturni con l’esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.

Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.

Siate felici.
Dovete patire, stare male, soffrire.
Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.
E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.
E non cercate la novità. La novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, buttatevi in terra, mettetevi così.
E’ da distesi che si vede il cielo. Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima?!
Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole.
Se la parola è “muro” e “muro” non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!
Questa è la bellezza come quei versi là che voglio che rimangano scritti lì per sempre..
Forza, cancellate tutto!"


Roberto Benigni in monologo tratto dal film "La tigre e la neve"




Il 28 ottobre 1886, venne inaugurata la Statua della Libertà.

Duecentoventicinque tonnellate di peso, 46 metri di altezza (piedistallo escluso) e 4 milioni di visite ogni anno. La Statua della Libertà, oggi simbolo di New York, ha una storia costruttiva avventurosa e originale, caratterizzata da trasporti eccezionali e un fundraising senza precedenti.

Fu uno storico francese, Édouard de Laboulaye, a proporre, nel 1865, l'idea di erigere un monumento per celebrare l'amicizia tra Stati Uniti d'America e Francia, in occasione del primo centenario dell'indipendenza dei primi dal dominio inglese. I francesi avrebbero dovuto provvedere alla statua, gli americani al piedistallo. Nella foto: la testa della Statua esposta al pubblico durante l'Esposizione Universale di Parigi nel 1878. 
Prima ancora che il progetto venisse finalizzato, Bartholdi realizzò la testa e il braccio destro della statua (quello con la torcia, nella foto) e li portò in mostra all'Esposizione Centenaria di Philadelphia e all'Esposizione Universale di Parigi, per sponsorizzare la costruzione del monumento. 
La costruzione vera e propria prese il via a Parigi nel 1877. Qui, i cantieri accanto al braccio sinistro della statua, con la tavola recante la data del giorno dell'Indipendenza in caratteri romani.


Lo scultore, durante una visita a New York, individuò nell'isola di Bedloe (poi denominata Liberty Island) alla foce del fiume Hudson, il sito ideale per la collocazione della statua.

Nel 1885, la statua fu smontata in più parti e trasportata via nave, attraverso l'oceano, fino a New York, a bordo del piroscafo francese Isère. Nella foto, l'apertura di una delle 214 casse da trasporto, con il volto della statua, il 17 giugno 1885, dall'altra parte dell'Atlantico.

L'opera, chiamata La Libertà che illumina il mondo, fu inaugurata con una solenne cerimonia il 28 ottobre 1886. 
Il caratteristico colore verde con cui la conosciamo, dovuto all'ossidazione del rame, non emerse fino al 1900.

Fonte Focus, photo by web.