giovedì 25 febbraio 2016

A Massimo Troisi

A Massimo Troisi. 
 
Non so cosa teneva "dint'a capa", intelligente, generoso, scaltro, per lui non vale il detto che è del Papa, morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta arte di quella dolce tarantella, ciò che Moravia disse del Poeta io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!" era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri, "questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri, gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m'ha mai parlato della pizza, e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo fra ciò che il mondo dona di più caro, ha fatto più miracoli il tuo verbo di quello dell'amato San Gennaro.  
 
Una poesia di Roberto Benigni.


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