lunedì 17 febbraio 2014

I dipinti sulle pagine di libri di Loui Jover.
Ritratti malinconici e poetici dipinti in olio e acrilico su collages di pagine di vecchi libri: questa è la produzione artistica di Loui Jover, pittore europeo emigrato in Australia, il cui intento è imprimere emozioni, sentimenti e turbamenti. “Mi piace la fragilità che queste immagini raccontano” – spiega l’artista – “come se il vento se le potesse portare via in qualsiasi istante“.

Già pubblicato mesi fa su Travel Notes in Facebook e riproposto qui ora.

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Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.
I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.









http://www.saatchiart.com/louijover

Scoperte due nuove poesie di Saffo su un frammento di papiro del III secolo.

Un frammento di papiro del III secolo ha permesso di rivelare due poesie di Saffo mai viste prima d'ora. A compiere la scoperta è stato lo studioso Dirk Obbink, dell'università di Oxford, che ha ricevuto da «un anonimo collezionista» il frammento su cui erano custodite le opere. Della grande poetessa greca, vissuta sull'isola di Lesbo tra il VII ed il VI secolo a.C. rimaneva fino ad oggi pochissimo.

In particolare, secondo quanto riporta nella sua versione online l'enciclopedia Treccani, «soltanto un'ode intera, un'altra mutila alla fine ampî frammenti spesso di lettura difficilissima e disperata, ritrovati in gran parte nelle scoperte papirologiche recenti; molti altri frammenti, di uno o due o pochissimi versi, sono conservati da citazioni di grammatici e metricologi antichi».

Come ha spiegato Obbink al Times, in una delle due poesie si parla di Carasso e Larico, considerati da alcune fonti come i fratelli di Saffo. E questa sarebbe la prima volta che in un suo componimento vengono citati i loro nomi. Mentre la seconda poesia è una sorta di ode ad Afrodite, la divinità greca dell'amore.

Il sole 24 ore.

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Sochi digital building makes giant 3D selfies - video

Alle Olimpiadi di Sochi c’è la nuova frontiera del selfie: l’autoscatto 3D.

Gli spettatori delle Olimpiadi di questi giorni possono vedere la versione tridimensionali dei loro autoscatti proiettata su un pannello di oltre sei metri di altezza posto all’ingresso del Parco Olimpico. 

Il funzionamento è geniale: l’immagine inviata dai cellulari viene scandita da cinque telecamere per crearne la versione 3D. In base alla scansione, gli 11000 pistoni al led che formano il pannello si posizionano fino a riprodurre perfettamente i lineamenti del viso.Insomma, un po’ come Han Solo nella graphite, ma in grande.I volti sono proiettati tre alla volta e cambiano ogni venti secondi. 

L’idea è di un designer inglese, Asif Khan, per la società di telefonia Megafon. Le immagini 3d prendono vita grazie a un software creato da Scott Eaton, già scultore digitale alla Lucasfilm e alla Pixar.

A sentire Khan su Wired, l’idea di partenza era quella di replicare anche i colori, in modo da riprodurre fedelmente i toni di pelle e le ombreggiature.

Il risultato però è stato giudicato troppo impressionante: i volti giganti pare incutessero timore perché troppo realistici e per questo si è preferita la versione monocroma.









La casa dei libri: il book igloo.

L'artista colombiano Miler Lagos ha creato questa installazione per la Magnan Metz Gallery di New York dal titolo “Home“, ed è un igloo composto da soli libri, con lo scopo di attirare la curiosità delle persone nel mondo della cultura.