lunedì 30 marzo 2015

La camera di Vincent ad Arles.

La camera di Vincent 
Dipinto a olio su tela (72x90 cm) realizzato nell'ottobre del 1888 da Vincent Van Gogh.

Il dipinto proposto è il primo in ordine cronologico di una serie di tre che rappresentano la stanza di Van Gogh ad Arles in Provenza; le altre due versioni, dell’anno successivo, sono conservate a Parigi e Chicago.
« ho fatto, sempre come decorazione, un quadro della mia camera da letto, con i mobili in legno bianco, come sapete. Ebbene, mi ha molto divertito fare questo interno senza niente, di una semplicità alla Seurat; a tinte piatte, ma date grossolanamente senza sciogliere il colore; i muri lilla pallido; il pavimento di un rosso qua e là rotto e sfumato; le sedie e il letto giallo cromo; i guanciali e le lenzuola verde limone molto pallido; la coperta rosso sangue, il tavolo da toilette arancione; la catinella blu; la finestra verde. Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso tutti questi toni così diversi e tra i quali non vi è che una piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero, per mettere anche là dentro la quarta coppia di complementari » 

(Descrizione del quadro in una lettera all'amico Gauguin).

La stanza raffigurata si trova nella celebre casa gialla dove il pittore olandese alloggiava; al piano terra si trovava lo studio e al primo piano questa camera, posta a fianco di quella dove poi alloggiò per qualche mese anche Gauguin.
Il sogno di van Gogh era quello di creare ad Arles una comunità di artisti, sogno che si infranse presto a seguito della rottura dei rapporti con Gauguin stesso.

Questa stanza è una delle più celebri della pittura. Si tratta di un interno molto semplice, una piccola stanza con un letto ed un paio di sedie, disegnata in modo elementare e sghembo senza aderire alle regole della prospettiva, senza attenzione ai particolari. Alle pareti sono appesi alcuni quadri dove si distinguono un autoritratto dell’olandese, un ritratto ed un paesaggio oltre ad un paio di disegni appena abbozzati. Van Gogh era molto contento di questa opera. sentiva di avere trasmesso un senso di intima tranquillità. Per quanto irregolare questa stanza ci racconta il vissuto di un uomo che giunto in Provenza vedeva un mondo pieno di colori che tradusse in pittura con l’esplosione della tavolozza a partire dal celebre giallo di cadmio. I pochi e umili oggetti che adornano la stanza sono nobilitati uno ad uno tramite i tratti essenziali che li delimitano. La sedia ad esempio verrà poi raffigurata da van Gogh separatamente. Nulla è irrilevante e privo di significato se lo si guarda col cuore e quello di Vincent era grande come l’universo.

Qui di seguito le tre versioni della stanza e l'autoritratto di Van Gogh.






sabato 28 marzo 2015

Ventimila leghe sotto i mari, Jules Verne

“Il mare è tutto: non per nulla copre i sette decimi del globo. 
Ha un’aria pura e sana, è il deserto immenso dove l’uomo non è mai solo, perché sente la vita fremergli accanto. 
Il mare è il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa, è movimento ed amore, è l’infinito vivente.”
Ventimila leghe sotto i mari.

Jules Verne, 8 February 1828 – 24 March 1905.

Ventimila leghe sotto i mari è uno dei romanzi anticipatori della fantascienza più conosciuti di Jules Verne. L'edizione originale, pubblicata nel 1870 da Hetzel, conteneva alcune illustrazioni di Alphonse de Neuville e Edouard Riou. Ventimila leghe sotto i mari costituisce il secondo capitolo di una trilogia che inizia con I figli del capitano Grant e si conclude con L'isola misteriosa.















Dario Fo

"Perché finalmente si arriverà al punto 
che anche noi italiani potremo gridare: 
Per Dio, siamo immersi nella merda fino al collo, 
ma è per questo che camminiamo a testa alta!"

Dario Fo, da Morte accidentale di un anarchico, registrazione al Teatro Cristallo di Milano nel 1987, RCS Libri, 2006. Scrittore, drammaturgo, attore e regista italiano. 

EXPO & Pompei.

Riapre la Villa dei Misteri a Pompei: celebre per gli affreschi ispirati al culto di Bacco, è rimasta chiusa per due anni per restauro.

Si potrà apprezzare l’ineguagliabile bellezza degli scavi più famosi del mondo attraverso capolavori ispirati.

La Villa che nasconde il sorriso del satiro che sembra fissare il visitatore mentre danza e la donna che si copre il volto mentre offre la schiena alla flagellazione, è sempre stata tra le più visitate e note degli scavi archeologici. Costruita nel II secolo a.C. nella zona suburbana di Pompei, venne riportata alla luce nel 1909. Nell’età augustea venne notevolmente ampliata e abbellita con grandi sale e giardini pensili. La Villa dei misteri cadde in rovina dopo il terremoto del 62 d.C., dopodiché venne trasformata in villa rustica con l’aggiunta di attrezzi agricoli e di torchi per la spremitura dell’uva. In tanti anni quegli spazi non erano mai stati interessati da un restauro complessivo e le pitture della villa si stavano sfarinando sotto l’azione continua di muffe e batteri. 
Ci sono voluti oltre due anni di lavori per riportare all’antico splendore i mosaici e gli affreschi degli oltre 70 ambienti della villa. 
In occasione dell’Expo 2015 di Milano: l’Italia è orgogliosa di dire al mondo: "A Pompei abbiamo voltato pagina". 
Pompei verrà presentata al Museo Nazionale di Napoli sotto un nuovo punto di vista: debuttano i capolavori ispirati!













La mia Africa.

“Chi di notte, dormendo, sogna, conosce un genere di felicità ignota al mondo della veglia: una placida estasi e un riposo del cuore che sono come il miele sulla lingua. Sa anche che la vera bellezza dei sogni è la loro atmosfera di libertà infinita: non la libertà del dittatore che vuole imporre la sua volontà, ma la libertà dell'artista privo di volontà, libero dal volere. Il piacere del vero sognatore non dipende dalla sostanza del sogno, ma da questo: tutto quello che accade nel sogno, non accade solo senza il suo intervento, ma fuori del suo controllo. Si creano spontaneamente paesaggi, vedute splendide e infinite, colori ricchi e delicati, strade, case che non ha mai visto e di cui non ha mai sentito parlare. Compaiono degli sconosciuti che sono amici o nemici, benché chi sta sognando non abbia mai fatto nulla per loro né contro di loro. L'idea della fuga e l'idea dell'iseguimento tornano sempre, nei sogni, entrambe egualmente estasianti. Tutti dicono cose piene d'intelligenza e spiritose. È vero che, cercando di ricordarle durante il giorno, paiono sbiadite e senza senso perché appartengono a un'esistenza diversa; ma appena il sognatore si sdraia, la notte, il circuito si riallaccia e i sogni tornano a sembrargli stupendi.”

(p. 74) La mia Africa, Karen Blixen








Bisogna essere capaci di affondare lo sguardo nel profondo di quell'abisso...

“Bisogna essere capaci di affondare lo sguardo nel profondo di quell'abisso smisurato che è il nostro cuore. Guardarci dentro, per accorgerci che quel mondo rovesciato di cui spesso ci lamentiamo è fatto anche dalle nostre piccole mostruosità. Siamo tutti complici di una catena di cedimenti, di trasgressioni, di colpe piccole e grandi. Esiste, quanto meno, una catena di bene non fatto, di amore non dato, di carità elusa, di grettezza sordida e quotidiana che si dilata dal nostro comportamento e crea una somma di iniquità che esce da noi e diventa una smisurata schifezza che inghiotte chi, meno di noi, sa costruire difese contro il suo terribile potere di invasività. E non ci rendiamo conto che dentro quella struttura sociale viviamo anche noi, con tutto il nostro "non bene" quotidiano. Nessuno è a priori salvo o libero dal male.”

Mina Mazzini



Sto fatto che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna...

"Sto fatto che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna mi sembra una gran cretinata. È la solita storia che puzza di mancia, di gratifica natalizia, di carità, di "bel gesto" nei confronti di noi donne, esseri inferiori. Io mi sono rotta leggermente le palle. E dietro una grande donna c'è sempre chi o che cosa? Solo se stessa, temo."

Mina




Ondanomala...

Il cacciatore di onde: 
montagne d'acqua nell'oceano.

"Quando le onde sembrano montagne, la sensazione che provo è che la natura stia imitando se stessa e soprattutto amo il fatto che nessuna onda sarà mai uguale ad un'altra". 
Ray Collins.

Maestose e potenti. Le onde catturate dall'obiettivo del fotografo australiano Ray Collins appaiono spesso come cime e massicci rocciosi. Le suggestive immagini fanno parte della serie "Seascapes" (Vedute marine)

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mercoledì 18 marzo 2015

La Cappella degli Scrovegni.

La Cappella degli Scrovegni.

Il 25 marzo Padova apre gratuitamente al pubblico il proprio massimo gioiello che racchiude gli affreschi di Giotto. La Cappella degli Scrovegni, costruita per volontà dell'omonima famiglia, è consacrata alla Vergine Annunziata, festività che ricorre proprio il 25.

Nelle giornate di sole ed esclusivamente nel giorno dell'Annunciazione (25 marzo) un raggio luminoso va a colpire un punto ben preciso del grande affresco della contro facciata: la mano di Enrico Scrovegni nell'atto di presentare l'Oratorio alla Vergine Maria. Questo abile gioco ottico è conosciuto come Raggio di Giotto.