giovedì 20 marzo 2014

"Un Uomo"



"Paradossalmente, non ero innamorata di te. […] Parlo del desiderio fisico che annebbia la vista e interrompe il respiro al solo guardare la creatura amata, del brivido che ti intirizzisce e ti scioglie al solo sfiorarle una mano, una guancia, sicchè tutto in lei diventa unico ed insostituibile, perfino l’odore del suo fiato, il sudore della sua pelle, i suoi stessi difetti che anziché difetti ti sembrano qualità deliziose: hai bisogno di lei come dell’aria, dell’acqua, del cibo, e in tale schiavitù muori di mille morti ma sempre per resuscitare, esserle schiavo di nuovo. Questi sintomi io li conoscevo, ma in coscienza non potevo dirmi di averli avvertiti in nessun momento per te. Ad esempio, il tuo corpo non mi attraeva, non capivo le donne che lo giudicavano bello e se ne invaghivano perdutamente tradendo il marito, umiliandosi pur d’essere scaraventate cinque minuti contro un muro o su di un letto, poter raccontare agli altri o a sè stesse d’averti toccato; [...] negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue poesie.

Da: "Un Uomo" di Oriana Fallaci.



Oriana Fallaci. Il Sesso Inutile.


"Purtroppo negli ultimi anni le cronache dei giornali e dei telegiornali sono riempite dai cosiddetti "femminicidi" e cioè l’uccisione di donne per mano di mariti, fidanzati ed ex compagni. È un fenomeno che mette in luce il disagio della condizione femminile in una società ancora fortemente maschilista.

Un viaggio intorno alla donna è stato compiuto da Oriana Fallaci con il suo libro intitolato "Il sesso inutile". Pubblicato nel 1961 e ristampato più volte per via del grande successo riscontrato tra i lettori, è un libro nato per raccontare la situazione femminile nel mondo.
La scrittrice e giornalista scomparsa il 15 settembre 2006 fu autrice di numerosissimi best-seller come "Lettera a un bambino mai nato", "Un uomo", "La rabbia e l’orgoglio", "La forza della ragione"; per scrivere "Il sesso inutile" viaggiò recandosi dal medio all’estremo oriente e negli Stati Uniti d’America in modo da poter testimoniare usi, costumi e situazioni nelle quali vivevano le donne.
Leggendo il libro si viene a conoscenza di molte cose che in alcuni luoghi non sono cambiate: bambine che sposano uomini che non hanno mai visto prima, uomini che sposano donne solo per la procreazione con matrimoni dove la parola amore non esiste, bambine cinesi che devono fasciarsi i piedi in modo molto stretto - pratica che arreca loro un grandissimo dolore - per fare in modo che questi non crescano perché gli uomini di quei luoghi amano le donne con i piedi piccolissimi, donne che trascorrono tutta la loro esistenza al buio sotto il burqa prima nella casa dei loro padri, poi in quella dei mariti ed infine terminano la loro "vita" nel buio della tomba, luoghi nei quali la nascita di una bambina viene accolta in lutto e si festeggia solo quando nascono bambini, posti nei quali le donne rimaste vedove vengono istigate dalla famiglia al suicidio per non pesare sul bilancio familiare e se mettono in atto l’insano gesto si fanno grandi festeggiamenti. In tutti quei posti la donna non ha nessun valore.
Leggendo tutto questo sembra paradossale il fatto che la Fallaci a quei tempi sia riuscita a trovare un luogo in cui vigeva il sistema matriarcale dove erano le donne che comandavano e che si stupivano del fatto che in occidente fossero gli uomini a comandare.
È un libro che arreca alle lettrici una grande amarezza perché contiene la testimonianza di molte soverchierie morali e fisiche che hanno per oggetto le donne e che purtroppo in molti luoghi, più o meno palesemente, vengono ancora praticate. Leggendo tutto questo una donna non riesce a trovare una spiegazione plausibile che possa giustificare un comportamento del genere nei confronti delle donne.
Sicuramente le donne più fortunate sono quelle che ricevono il rispetto e la considerazione che meritano. Purtroppo i fatti di cronaca che riguardano i "femminicidi" dicono che le donne sono ancora molto lontane dal raggiungere una condizione di vita più serena nei rapporti con gli uomini.
Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico." 
Così Oriana Fallaci nella premessa a "Il sesso inutile", il primo libro che pubblica con Rizzoli, nel 1961. 


Oriana Fallaci.

Giornalista e scrittrice italiana (Firenze 1929 - ivi 2006). 

È stata una delle più complesse e controverse personalità del mondo intellettuale italiano. Scrittrice, giornalista e attivista, nella sua vita attraversò posizioni, campi di analisi e paesi più e più volte, sempre in bilico tra femminismo e anti-femminismo.
Giovanissima, ebbe un ruolo non indifferente nella Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale, facendo parte di una famiglia dichiaratamente antifascista. Il suo attivismo le fruttò a soli 14 anni un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano. Terminato il conflitto, iniziò la sua carriera giornalistica, passando da un giornale all'altro. A metà degli anni Cinquanta fu inviata dall'Europeo a New York per occuparsi di spettacolo: da questa esperienza trasse il materiale per il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood (1958).

Negli anni Sessanta si compie una prima svolta: approfondisce le tematiche femminili, lavorando a un reportage in giro per il mondo sulla condizione delle donne (da cui il saggio Il sesso inutile, 1961) e una prima opera narrativa (Penelope alla guerra, 1962), che profeticamente rivela una direzione alla sua vita nel decennio appena aperto, una vita al fronte. Dal Vietnam alle rivolte studentesche statunitensi, dalla morte di Martin Luther King alle manifestazioni finite in strage per le Olimpiadi in Messico del 1968, durante le quali fu ferita e anche creduta morta. Negli anni Settanta l'evento più significativo è l'incontro con Alekos Panagulis, simbolo dell'opposizione greca al regime dei Colonnelli. La relazione con Panagulis, terminata con la morte di questi, comportò una seconda svolta nella produzione letteraria della Fallaci, più intimistica e meno giornalistica: ne derivano il libro di successo Lettera a un bambino mai nato (1975) e Un uomo (1979), rispettivamente dedicati alla perdita del figlio in grembo e alla perdita del compagno. Dopo una frenetica attività giornalistica internazionale, torna a scrivere negli anni Novanta, pubblicando però un solo romanzo, Insciallah (1990), ultima esperienza al fronte. Si ritira a vita privata, a New York, dedicandosi per più di dieci anni alla lavorazione di un romanzo. Gli eventi dell'11 settembre 2001 comportano un rinnovato interesse per le vicende di attualità internazionali e nazionali, che ora sanziona con posizioni forti e controverse, segnate da un allontanamento progressivo dal pensiero femminista, comunista-socialista e radicale (contro l'islamismo, l'aborto, l'eutanasia e le unioni gay) e da una riconciliazione con il cristianesimo. Nel 2008 è uscito postumo Un cappello pieno di ciliegie, la grande saga familiare cui aveva lavorato per più di un decennio.


La copertina del numero speciale del mensile L’Europeo (n. 4/2007) dedicato ad Oriana Fallaci.


Petra, la città costruita per celebrare il Sole.

Secondo nuovi calcoli, gli edifici del sito giordano furono eretti in modo da allinearsi con gli spostamenti del Sole nel cielo, e riflettere solstizi ed equinozi in una sorta di illuminazione divina. 

Petra è una gigantesca città ricca di monumenti ed elaborate strutture religiose scavate in colline di pietra. Era la capitale del regno dei Nabatei, un popolo poco conosciuto che governò gran parte dell'attuale territorio giordano dal terzo secolo a.C. fino al primo secolo d.C.


I ricchi commercianti di spezie che la abitavano adoravano il Sole, tra le altre divinità, e davano grande importanza a equinozi, solstizi e ai vari eventi astronomici determinati dallo spostamento nel cielo della nostra stella. I solstizi, ad esempio, sono dovuti al fatto che l'asse nord-sud della Terra è inclinato di 23,5 gradi rispetto al piano del Sistema solare. Tale inclinazione fa sì che differenti quantità di luce raggiungano le diverse regioni del pianeta durante l'orbita annuale della Terra intorno al Sole.Questi fenomeni celesti hanno probabilmente influenzato il modo in cui i Nabatei costruirono gli edifici della città. “Le facciate di Petra non sono solamente belle, c'è qualcosa di più”, spiega il direttore dello studio, Juan Antonio Belmonte, archeoastronomo dell'Istituto di Astrofisica delle isole Canarie (IAC).

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 (2) Travel Notes - Petra, la città costruita per celebrare il Sole....


I costruttori di Petra, la celebre città scavata nella pietra nell'attuale Giordania, la progettarono in modo che il Sole ne illuminasse i luoghi sacri come una sorta di luce divina. Lo racconta un nuovo studio pubblicato su Nexus Network Journal. 

Petra, uno dei più grandi siti archeologici del mondo. Fotografia di Annie Griffiths. 

Intagliata nell'arenaria, questa scalinata porta a una stanza scolpita nella roccia a Siq al-Barid, o Piccola Petra. Fotografia di Taylor S. Kennedy, National Geographic. 

Durante il solstizio d'inverno, il sole al tramonto illumina il sacro podio del Monastero. Fotografia di Juan Antonio Belmonte, Ph.D. 

Appostati su uno sperone roccioso, due beduini osservano un gruppo di turisti che ammira al Khazneh (il tesoro) di epoca nabatea, la cui funzione resta ad oggi sconosciuta. Foto di Annie Griffiths, tratta da Petra: Ancient City of Stone, National Geographic magazine, dicembre 1998. Ulteriori informazioni sul Blog di Travel Notes.

Per ulteriori informazioni: 




“Love Snap”: Il National Geographic racconta l’amore:


Cos’è l’amore e come descrivereste visivamente questo sentimento? 
Con queste domande, National Geographic ha proposto ai suoi lettori di condividere la propria idea di amore attraverso delle fotografie che lo illustrassero in base al proprio vissuto, alle proprie emozioni e alla propria visioni. 
“Love Snap“ è una selezione di 27 scatti dove vengono proposte le visioni dell'amore in base alle caratteristiche sentimentali del singolo fotografo. 


Il risultato è assolutamente di grande sentimento e umanità, non perdetevi le altre toccanti immagini che potrete ammirare direttamente cliccando il sito sottostante:http://yourshot.nationalgeographic.com/stories/love-snap/

Aerial Love, Photograph by Ankit Narang

Generations, Photograph by Karla Maria Sotelo

Untitled, Photograph by Margherita Vitagliano

Painting, Photograph by Anca Bilt

In the NICU, Photograph by Amanda Linden

A girl and her BaBop, Photograph by Elizabeth Flora Ross

Those two, Photograph by C. Mukumoto

Love, Photograph by Sai Abhishek

Artisan's Ball, Photograph by Rafael Hernandez

First kiss, Photograph by Peter Frank














Holi festival 2014 · La festa dei colori.

Come ogni anno in India si celebra la fine dell'inverno in un turbine di danze tradizionali e polvere colorata. L'Holi Festival è tra le più antiche celebrazioni indù della stagione primaverile e coinvolge migliaia di persone. 

In tutto il Paese adulti e bambini aspettano questa ricorrenza che autorizza a schizzare e colorare gli altri per le strade. I festeggiamenti prevedono canti, balli e lancio di polvere colorata per le vie delle città e dei villaggi ed è una delle feste più attese dell'anno.
Le persone con i volti dipinti si trasformano in veri e propri arcobaleni e si buttano reciprocamente addosso secchi di vernice o polvere colorata. La tradizione vuole l'accensione di un falò che celebra la vittoria del bene sul male. Il termine Holi, infatti, significa “brucia” e lo spirito del male viene simbolicamente bruciato in un falò. E in occasione di questa festività gli innamorati colorano la faccia dei propri amati per sancire il loro sentimento.

L'Holi segna la fine dell'inverno e celebra il trionfo del bene sul male. Vengono accesi falò, si lancia polvere colorata chiamata gulai e si mangiano dolci al ritmo della musica folk tradizionale. "La gente dimentica le proprie inibizioni", commenta Suhag Shukla, direttore esecutivo della Hindu American Foundation di Washington, "I colori ci ricordano che, sotto la superficie, siamo tutti uguali".


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