domenica 11 maggio 2014

Omaggio a Pierpaolo Pasolini.


Il sentimento filiale di Pasolini per sua madre è stato sempre intensissimo. In uno scritto a macchina, trovato postumo fra le sue carte, aveva scritto:

“Ogni volta che mi chiedono di raccontare qualcosa su mia madre, di ricordare qualcosa di lei, è sempre la stessa immagine che mi viene in mente.
Siamo a Sacile, nella primavera del 1929 o del 1931, rata mamma e io camminiamo per il sentiero di un prato abbastanza fuori dal paese; siamo soli, completamente soli.

Intorno a noi ci sono i cespugli appena ingemmati, ma con l’aspetto ancora invernale; anche gli alberi sono nudi, e, attraverso le distese dei tronchi neri, si intravedono in fondo le montagne azzurre. 


Ma le primule sono già nate. Le prode dei fossi ne sono piene. Ciò mi dà una gioia infinita che anche adesso, mentre ne parlo, mi soffoca. 

Stringo forte il braccio di mia madre (cammino infatti a braccetto con lei) e affondo la guancia nella povera pelliccia che essa indossa: in quella pelliccia sento il profumo della primavera, un miscuglio di gelo e di tepore, di fango odoroso e di fiori ancora inodori, di casa e di campagna. Questo odore della povera pelliccia di mia madre è l’odore della mia vita”



(Susanna Colussi, era originaria di Casarsa, nel Friuli. La sua famiglia era di antica origine contadina.)

· da Enzo Siciliano, Vita di Pasolini, Oscar Mondadori, 2005 p.41 ·

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Omaggio a Pierpaolo Pasolini 




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